Per chi suona la buatta by Antonio D'Errico & Tony Cercola;

Per chi suona la buatta by Antonio D'Errico & Tony Cercola;

autore:Antonio D'Errico & Tony Cercola; [D'Errico, Antonio & Cercola;, Tony]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788862316484
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2019-03-17T23:00:00+00:00


5

Bagnoli è un paese con piccole salite e discese. C’è un leggero odore di zolfo diffuso nell’aria, a causa della vicinanza delle zolfare. Tra i viali e nella piazza vi sono alberi di lecci.

Siamo venuti da Gino Magurno, che ci accompagna per un tratto di strada.

«Quello è il Bar Cavallo, dove ci incontravamo con Tony ed Edoardo», dice Gino, indicando un lato della piazza.

Tony solleva leggermente le spalle, con un sorriso di stupore e di nostalgia: «Mio padre veniva con me, per aiutarmi a portare gli strumenti».

«Io non facevo parte ancora del gruppo», replica Gino, con una gentilezza evidente. «Sono arrivato dopo. Però, all’epoca, seguivo da fan Edoardo».

«Anche se bisogna dire che come autore ha poi scritto canzoni di successo, anche per Rita Pavone», puntualizza Tony.

«Beh, sì, per esempio ho scritto con Edoardo anche il testo di Abbi dubbi, di cui ne vado fierissimo, Un’estate italiana, sigla dei Mondiali di calcio del 1990; ho scritto per Peppino di Capri…», s’interrompe, all’istante, per riprendere con un altro piacere. «In realtà, allora sono stato anche fan di Tony», dice, sorridendogli. «Tra tutti, era colui che appariva immediatamente. In una band di cinque o sei elementi era colui che si vedeva di più. Perché lui sul palco dà senza risparmiarsi. Il palco è la sua collocazione naturale, dove sa esprimere non solo bravura, energia, ritmo ma voglia di essere e di comunicare quella sua vitalità che erompe e si manifesta», rimane appena con un’indecisione, che risolve all’istante, continuando: «E questa sua presenza scenica, senza voler esagerare, probabilmente gli ha creato anche dei problemi di rapporti con altri musicisti».

Problemi di che tipo?

«Beh, evidentemente, malumori, incomprensioni. Idiosincrasie, potremmo dire…».

Da parte di chi?

«All’interno delle band, con qualcuno. Cosa diversa è l’amicizia e il rapporto con Pino e Edoardo, con cui ha dialogato nella vita e sul palco in modo straordinario. Certamente, però, anche nell’ascolto di un brano quando c’è Tony lo senti con il suo ritmo, con i suoi suoni sempre incalzanti. Basti ascoltare Appocundria di Pino oppure Sono solo canzonette o anche la stessa Cantautore di Edoardo…», fa una breve pausa. «È anche e soprattutto una questione di essere grandi o piccoli: con Tony i grandi, quelli veri, non hanno difficoltà, anzi hanno bisogno di lui, della sua energia. Gli altri, invece, alcuni di loro sono pieni di dubbi e di sospetti», rimane in attesa, come si coglie dal suo sguardo.

Riprendiamo, allora, parlando del vostro incontro. Il vostro primo incontro artistico quando è avvenuto?

«Ci siamo conosciuti nel 1987, perché mi era venuta l’idea di voler fare una compilation, con i principali artisti napoletani. Il titolo era SUD… Tony partecipò con un pezzo che si chiamava Brigamo», dice con un moto intimo impercettibile. «La sua collaborazione ci permise di conoscerci; ma scattò qualcosa, quella famosa scintilla, che ci fece continuare a lavorare insieme anche in seguito. Lui non si proponeva come cantante, era molto restio a volersi identificare con un ruolo che probabilmente sentiva troppo stretto e limitante per le sue caratteristiche. Quando io lo sentii



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